Il concetto di “verde pubblico” nasce con l’Illuminismo per diventare poi simbolo di eguaglianza sociale a seguito della rivoluzione francese: proletari e piccolo borghesi possono ora passeggiare a fianco di possidenti ed aristocratici condividendo gli stessi giardini, cosa impensabile all'interno dei giardini della reggia di Versailles. È con l'ottocento che i giardini pubblici si diffondono in Europa e in Italia, il verde assume un importante ruolo di sistema sul quale sviluppare un'area urbana armonica che risponda a precise esigenze di salute pubblica, decoro e di recupero di aree degradate. Alberi, arbusti e prati rappresentano un vero e proprio “capitale naturale”, sono a tutti gli effetti infrastrutture verdi che connettono e si integrano nel tessuto urbanistico.
Il verde urbano è un bene pubblico, una risorsa comune capace di generare benefici per l'intera collettività che, però pare sempre più inquadrato come “tassello di città non costruito” piuttosto che come componente fondamentale per migliorare la qualità della vita di chi vive città.
Il verde urbano ricopre importanti funzioni: ha un importante ruolo nell'abbattimento dell'inquinamento e del rumore, regola il microclima, concorre ad aumentare la permeabilità del suolo, ricopre un'importante funzione ludico ricreativa e consente alla città di mantenersi connessa ai ritmi naturali, perché è parte integrante di una rete ecologica, che stimola i sensi spesso assopiti dai serrati ritmi cittadini.
Ad oggi, però, anche a causa dei livelli di urbanizzazione in costante crescita, il verde viene sempre più relegato ad ornamento e valorizzazione delle costruzioni: la città moderna si mette così in contrasto con le dinamiche naturali, aprendo la strada ad una vera e propria guerra al verde “ribelle” - che va continuamente corretto, potato, domato - pena l'impressione d'incuria ed abbandono, perché viene disatteso il modello geometrico che è a basamento di tutte le infrastrutture umane.
Noi crediamo sia tempo di concedere alla natura urbana la possibilità raccontarsi con nuove narrazioni, favorendo lo sviluppo di giardini ecologici1 che, opportunamente integrati con attività antropiche, possono dare un nuovo significato e nuovi colori alle aree verdi cittadine. Gli spazi aperti sono un'importante contenitore di biodiversità, da valorizzare e lasciare proliferare, che possono far da sfondo a laboratori di condivisione solidale, a cantieri di coltivazione, a luoghi di incontro e di scambio dei saperi, per far riemergere bisogni e socialità troppo spesso soffocati in spazi chiusi e virtuali.
Intendiamo creare un'area dove costruire, passo passo ed assieme alla cittadinanza, un giardino multifunzionale che possa fornire numerosi servizi ecosistemici alla città, dentro al quale fare crescere in modo armonioso giardino e relazioni umane. Auspichiamo che lo spazio che intendiamo creare possa servire da esempio e da laboratorio di idee per realizzare progetti virtuosi, in altre aree sparse sul territorio livornese, all'insegna della sostenibilità urbana.
1Il giardino naturale (chiamato anche Giardino ecologico) è il risultato di un particolare stile di giardinaggio, basato sulla ricostituzione di una vegetazione naturale, e il rispetto, fin dove è possibile, di tutte le componenti dell'ecosistema così realizzato.